E' un attrezzo che parecchie volte mi sarebbe tornato utile e che ho sempre rimpiazzato con "sistemi empirici" a scapito della qualità.
Cercando un po' si trova del buon materiale in rete, sufficiente se non altro ad avere un'idea di quali sono i "punti cruciali" della realizzazione; se poi si vuole approfondire l'argomento basta scaricare il manuale o un libretto dettagliato di una piegatrice professionale.
Diciamo che fino ad usi semi-professionali i materiali sono abbastanza facilmente reperibili in commercio mentre cambia molto per usi continuati e su produzioni di molti pezzi dove occorre anche un sistema di raffreddamento nonchè di guide della piega per non considerare le dimensioni.
Il principio su cui lavora questa macchina è quello di scaldare solo e soltanto una piccola parte lineare cercando di limitare se non impedire il riscaldamento oltre la linea di piega desiderata.
La parte che verrà scaldata dovrà essere solamente quella occorrente al raggio di curvatura, pena piege imprecise o con angoli molto aperti.
Tutto questo rischia di venire molto sottovalutato fino al momento in cui mettendo in funzione la "creatura" ci si accorge che diventa ustionante tutto il corpo e soprattutto il piano di appoggio... e il progetto fallisce.
Ora non so se ci riuscirò ma sarà sicuramente un punto da prendere in esame attentamente.
Come elemento riscaldante possiamo usare lo stesso in uso su moltissime macchine di serie ovvero una lampada al quarzo.
Per farvi un idea sono quelle che potete trovare nei termo radiatori elettrici, quelle che si illuminano e sembrano diventare incandescenti... e lo diventano quasi.
Sono facilmente reperibili in qualsiasi magazzino di materiale elettrico e, siccome solitamente il prezzo varia in base alla bellezza dell'apparecchio e non della lampada, potete pure scegliere il peggiore ma più economico a patto che la lunghezza della lampada vi soddisfi perchè sarà quella che determinerà la "luce di piega"... di più non sarà possibile.
Nella mia le lampade sono 40cm circa, 3 da 500W ognuna, è costata 15,40 euro alla GBC.
Una la uso, una la tengo di scorta e l'altra? ... indovinate?... la smonto!
Con l'ausilio di un Dremel e di una fresetta diamantata ho segato il tubicino di vetro vicino all'attacco, non vi è nessun gas all'interno, tranquilli e non sono nemmeno sotto vuoto o sotto pressione.. ma il vetro taglia e si rompe, attenzione.
E' un tubicino di vetro con all'interno la solita "molla" di filo di resistenza che appena liberate ad un estremità tenterà di sfuggirvi finendo all'interno del tubo e facendovi scomodare i santi prima di tirarlo fuori.
Vi accorgerete quanto sia semplice, nel caso vi occorrano luci di piega maggiori, unire due tubi stando attenti di non creare tratti di efficienza minore che impedirebbero alla lastra di riscaldarsi in quel punto dando origine ad imperfezioni o rotture. I due filamenti andranno uniti con una clip metallica, non basterà avvolgerli tra loro; diventano molto fragili quando sono in temperatura.
L'ambizione è quella di trovare in commercio materiali che rendano possibile la realizzazione da chiunque.
Il telaio dovrà essere solido e con un buon appoggio e ovviamente metallico.
Diciamo che in un paio di tentativi ho trovato il materiale adatto e con una spesa molto contenuta:
- 1 profilo angolare in alluminio da 1mt 40x40x1,5mm (7,60 euro)
- 1 profilo angolare in alluminio da 1mt 30x10 (4,50 euro)
- 1 Tubo mastice Saratoga alta temperatura per camini (1200C) (4,50 euro)
- 2 supporti per travi di legno impermeabilizzato (quelli usati per costruire tettoie e gazebi in legno) (2,50 euro cad.)
- Stufetta al quarzo GBC (15,40 euro)
- Minuteria, lima tonda e codino, seghetto metallo, squadre, metro, calibro, trapano, pennarello punta fine per tracciare, nastro carta.
Smontando il radiatore al quarzo si recupereranno anche il cavo, i morsetti, i tubi in silicone a protezione dei cavi, i cappellotti in silicone per l'elemento caldo. Anche il lamierino di alluminio del riflettore tornerà utile per schermare il calore della lampada verso il basso.
Direi che non occorre altro se non un po' di pazienza e precisione, io poi sono maniacale e copro i profili col nastro per non rigarli nella lavorazione, voi fate come volete.
Anche indicare delle misure precise non ha molto senso in quanto possono lievemente differire a seconda dei materiali reperiti.
Si incomincia a costruire il telaio dividendo esattamente a metà entrambi i profili angolari; quelli da 40x40 faranno da piano di appoggio, i due più piccoli da contenitore per l'elemento riscaldante, separati dalle prime con uno strato di mastice refrattario che rallenti la trasmissione del calore verso il piano di appoggio.
Il tempo che dovrà rimanere in opera è intorno al minuto, queste lampade hanno il pregio di riscaldare a piena efficienza immediatamente e anche il raffreddamento è molto rapido, per cui spererei che questo isolamento basti.
Qualora si dimostrasse insufficiente coprirò il piano di appoggio con della gomma siliconica sul tipo di quella usata per l'appoggio dei ferri da stiro, ma questo lo vediamo dopo.
Bisogna anche stare attenti a non allontanarsi troppo con la lampada dalla fessura altrimenti il calore rimarrà solo all'interno e non riscalderà la nostra lastra. La fessura avrà un'apertura di circa 7mm.
I due supporti in ferro pesante faranno le due spalle per il montaggio dei "due binari".
Lo strato isolante tra i due profili ha la lavorabilità di uno stucco per cui finchè fresco cercate di uniformarlo, dopodichè andrà lasciato essiccare per almeno 2 giorni. Rimarrà un minimo flessibile ma catalizzando acquisirà anche fragilità, prestate attenzione ai colpi forti che potrebbero romperlo facendo mancare isolamento in qualche punto.
La robusta struttura che ne risulta consente di aggiungere alla fine anche una squadra di misura e angolazione ma non è indispensabile. Ricordatevi che la macchina serve a scaldare, non a piegare per cui vi dovrete costruire una sagoma o semplicemente un piano con l'angolazione voluta.
Riferitevi sempre alle immagini per seguire il discorso e non credo vi siano particolari difficoltà.